Non mi è stato possibile rintracciare un mito in cui fosse esplicitamente presente l'azione topic del mio blog, ovvero brevettare, ma sono comunque riuscita a trovarne uno che si ricollegasse ad un aspetto-chiave di tale verbo, riguardante i privilegi riservati ad inventori ed autori di cose nate dal loro ingegno.
Ci troviamo nel pántheon egizio, ed i nostri protagonisti sono le divinità Thoth e Seshat.
Sono paredri l'uno rispetto all'altra, in quanto entrambi protettori della scrittura e di vari aspetti della conoscenza.
Thoth, in particolare, è la divinità della Luna, della saggezza e della magia. È il dio dalla testa di ibis, l'integerrimo giudice divino, lo scrupoloso scriba degli dei.
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Thoth, nell'atto di scrivere. |
Seshat, a fianco di Thoth, era la dea dell'aritmetica, dell'architettura e protettrice di degli scribi; veniva venerata nelle allora "Case della Vita", luoghi in cui venivano insegnate varie arti, tra cui la scrittura, la più prestigiosa tra tutte.
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Seshat, anche lei nell'atto di scrivere. |
Ma perchè la scrittura era così importante?
Il mito racconta che Seshat inventò la scrittura (il suo nome significa letteralmente "Scriba donna"), che venne affidata a Thoth, il quale decise di donarla agli uomini; per mostrare la loro graditudine, coloro che si specializzavano nell'arte della scrittura, dovevano averne estrema cura e praticarla nel modo più accurato possibile. Il sistema geroglifico, per gli antichi egizi, veniva indicato con la frase medu-netjer, ovvero "parole del dio".
Perciò Seshat, per premiare tutti coloro che onoravano quest'arte con la creazione di nuove opere, che potevano essere libri, iscrizioni o storie, una copia di esse veniva inserita dalla dea stessa nella libreria divina: in questo modo l'autore aveva la possibilità di vivere in eterno, dato che il suo nome e la sua opera ormai risiedevano nell'Aldilà.
Fonti:
https://www.ancient.eu/Seshat/
https://www.ancient.eu/Thoth/