mercoledì 3 giugno 2020

STEP#25: POST FINALE

Ed eccoci giunti al post finale di questo blog; dopo quasi tre mesi di ricerche e pubblicazioni, penso che sia il caso di fare un riassunto per schematizzare un po’ il tutto; e per te, che arriverai in un futuro imprecisato, buona lettura! 

Il primo passo è stato fare una ricerca etimologica del verbo assegnatomi, ovvero brevettare; non è stato difficile e, per organizzare meglio i contenuti, ho pubblicato 3 post separati: questo riguarda l’etimologia italiana, questo quella inglese e quest’altro per altre lingue varie.


Dopo aver capito con cosa avessi a che fare, ho raccontato una storia, nata dalla fantasia, che potesse in qualche modo tracciarne le origini, partendo dall’antenato latino del verbo. Poi mi sono soffermata a riflettere che cosa potesse rappresentare al meglio il verbo in questione: quali sono le sue principali proprietà? Perciò ho creato un’illustrazione che potesse rispondere alla domanda.

In seguito mi sono addentrata nel mondo della mitologia, antica e moderna, in cui fosse presente, anche in piccola parte, l’azione topic del blog. Ho anche cercato uno spot pubblicitario, un testo in prosa e in versi (una canzone, in questo caso) e una qualche opera di arti figurative (in questo caso un quadro). Sempre collegato al mondo dell’arte, abbiamo fatto una passeggiata nell’universo del cinema, enorme, di cui però abbiamo preso in considerazione solo una breve scena di un film in cui fosse per l’appunto presente l’azione del brevettare.


Ed ecco che inizia la trattazione storica della questione: orientarsi nella storia dell’uomo, sino a partire dall’antichità, risulta piuttosto ostico, ma ci siamo incamminati per le sue vie tortuose. Dalle prime civiltà, fino ad arrivare Medioevo, per poi procedere nella sua epoca successiva, quella Moderna, fino al Settecento, Ottocento e Novecento. Inoltre abbiamo individuato sia un materiale distintivo che ha accompagnato questa azione per tutta la sua evoluzione, sia un personaggio, anch’egli distintivo, che anche ai giorni nostri è ricordato per la sua ingente quantità di brevetti depositati.


Nel campo dell’attualità, invece, abbiamo analizzato la situazione attuale causata dal Covid-19, un fatto di cronaca e il ruolo dei brevetti nella scienza applicata. È stato inoltre fornito un interessante abecedario, toccante i tempi ed invenzioni più disparate e, se qualcuno si chiedesse che procedura si debba seguire per depositare un brevetto, questo post fa a caso suo.


Come se non bastasse, ci siamo sbizzarriti per concepire un’invenzione, magari possibile in futuro, che potesse facilitare la fruizione dei progetti ed estratti dei brevetti esistenti: a tal proposito è stato anche creato un volantino che la possa presentare.


Detto questo, grazie mille per essere arrivati fino a qui. Alla prossima!

STEP#24: UNA MAPPA CONCETTUALE

Sito utilizzato: https://app.diagrams.net/

STEP#23: HOLOPAT, UN DATABASE NEL PALMO DELLA MANO

Sito utilizzato: https://www.canva.com/

STEP#22: BREVETTI A PORTATA DI UN TOCCO

Risulta già esistente un database in cui sono presenti tutti i brevetti depositati sino ad ora; esso però non è unitario (per ogni ufficio brevetti ce n'è uno autonomo) ne' di così facile fruizione e, molte volte, i disegni dei progetti non sono immediatamente comprensibili.

Come risolvere un problema del genere, dunque?
Sarebbe idoneo, come prima cosa, unificare tutti i database brevettuali riconducendoli ad un'unica fonte; l'utente quindi selezionerà la sua lingua di preferenza (sarà dunque necessario eseguire un lavoro di traduzione) e, in base alle proprie esigenze, l'ufficio brevetti che vuole passare in rassegna.

Fin qui nulla di strano, giusto?
Ma ecco la svolta: la creazione di un ologramma dell'intera invenzione proprio davanti agli occhi dell'utente. Questo ologramma sarà sensibile al tocco, in modo tale che il cliente possa ingrandire e persino ruotare l'intero oggetto, se è di un'invenzione tangibile che stiamo trattando. Sarà inoltre possibile scomporla a proprio piacimento: l'utente sarà in grado di esaminare tutte le parti che compongono l'oggetto, ed analizzare ogni loro caratteristica.
Se invece l'invenzione in questione è un processo chimico, l'utente potrà assistere a una sequenza di immagini che, accompagnate da una voce che gradualmente spiegherà il procedimento in una lingua scelta, gli mostreranno il metodo in maniera integrale.
Ovviamente sarà possibile consultare i disegni tecnici e l'estratto.

Ma come collegarsi ad un brevetto in particolare?
Ogni brevetto sarà dotato di un codice alfanumerico e di un QR Code; il primo sarà come una carta d'identità di ogni brevetto mentre il secondo verrà scannerizzato dal piccolo scanner di cui ogni lastra olografica sarà munita. Proprio tramite quest'ultimo sarà possibile comunicare alla lastra di quale brevetto dover creare l'ologramma. Quest'ultima, ovviamente, sarà in costante connessione con il database centrale.
Se, per qualsiasi motivo, lo scanner non dovesse funzioare, sarà possibile procedere all'inserimento manuale del codice alfanumerico tramite un apposito tastierino presente sulla lastra, proprio come quello del cellulare.

mercoledì 27 maggio 2020

STEP#21: IL BREVETTO E LE SUE FASI

In questo post ci addentreremo nell'aspetto più legale e burocratico che caratterizza il "brevetto" nella nostra epoca: daremo un'occhiata a tutti gli step che un inventore deve affrontare per poter depositare il proprio brevetto, facendoselo riconoscere ufficialmente.

Prenderemo come riferimento l'EPO, ovvero l'European Patent Office.
La domanda dovrà essere effettuata in una delle tre lingue ufficiali (Tedesco, Inglese, Francese) perciò se nessuna delle tre risulterà essere la lingua del richiedente del brevetto, egli dovrà comunque effettuare un lavoro di traduzione. 

Logo dell'EPO

 

FASE 1: La ricerca preliminare

Prima di procedere alla domanda vera e propria, è buona cosa eseguire una ricerca di anteriorità al fine di individuare, se esistenti, dei brevetti con delle similarità tecniche a quello che si vorrebbe presentare; è importante essere certi che il proprio progetto o invenzione possa fin da subito soddisfare i tre requisiti fondamentali di ogni nuovo brevetto:
  • LA NOVITÀ: il progetto in questione non deve essere MAI stata resa noto al pubblico; una pubblicazione su un giornale scientifico, l'esposizione in un catalogo, la presentazione ad una conferenza, azzereranno le possibilità di poter ottenere un brevetto. L'invenzione deve rimanere segreta;
  • L'ORIGINALITÀ: l'invenzione non deve risultare un'ovvietà per la società scientifica; un inventore NON può ottenere un brevetto per un'invenzione nata da delle semplici modifiche ad una già esistente (pezzi che hanno la stessa funzione, cambiamento di unità di misura, sostituire un materiale, ecc...). Deve risultare come una soluzione originale;
  • L'INDUSTRALITÀ: l'invenzione in questione deve poter essere prodotta e utilizzata da QUALSIASI tipo di industria; deve essere tecnicamente e materialmente utilizzabile, per cui non può essere un mero esercizio intellettuale. L'invenzione deve essere impiegabile.


FASE 2: Deposizione della domanda

A questo punto bisogna procedere alla redazione della domanda da inviare all'Ufficio Brevetti; per poter far arrivare la propria proposta ad una delle sedi dedicate, solitamente bisogna contattare gli enti del proprio paese di residenza (in Italia la domanda va depositata alla Camera di Commercio, a Roma).
L'EPO supporta un sistema di deposito della domanda online, in cui si dovrà, come nella versione fisica, riempire il form 1001, modulo in cui dovranno essere fornite le seguenti:
  • una domanda di sovvenzione;
  • una descrizione dell'invenzione;
  • eventuali rivendicazioni;
  • disegni tecnici;
  • un estratto.
Questa fase è importantissima, in quanto si fornisce una descrizione dell'invenzione, con l'intento di rendere chiari i problemi che essa andrà a risolvere; è inoltre fondamentale dichiarare, tramite le "rivendicazioni", di quali elementi dell'invenzione si intende richiedere la protezione.
Ecco una guida, messa a disposizione dall'EPO stesso, su come compilare il modulo.
Entro un mese dal deposito della domanda devono essere pagate le tasse di domanda.


FASE 3: Esaminazione della domanda

In seguito al deposito della domanda, si procederà alla sua esaminazione: si controlla che tutte le documentazioni siano presenti e regolari e ci si accerta che tutte le tasse siano state pagate.
In seguito vengono eseguite delle ricerche di anteriorità, accertandosi che l'invenzione soddisfi i tre requisiti fondamentali (Novità, Originaltà, Industrialità); dopo 18 mesi dalla deposizione, la domanda di brevetto viene pubblicata (quindi accessibile a terzi), insieme al rapporto di ricerca. Il titolare dunque può richiedere di procedere con l'esame pratico (pagando una relativa tassa), entro l'arco di 6 mesi, durante i quali egli sarà in grado di rispondere ad eventuali perplessità, inoltrando proprie osservazioni e repliche.
In seguito a questo esame, si decide se concedere o meno il brevetto; in caso di rigetto, il richiedente può ricorrere ad un appello, pagando delle relative tasse.


FASE 4: Accettazione della domanda

Se l'esame passa con esito positivo, il richiedente verrà avvisato ed avrà 4 mesi di tempo per pagare la tassa di concessione, depositando inoltre il testo della descrizione e della rivendicazione in due ulteriori lingue, rispetto a quella scelta.
Una volta concesso il brevetto, ad esso verrà assegnato un numero e una data di concessione.
Per poter affermare la validità del brevetto, esso dovrà essere convalidato in uno o più stati che aderiscono all'EPO, tra quelli inseriti dal richiedente nel modulo iniziale.

Il brevetto, dalla data di deposizione, ha una validità di 20 anni.

Esempio di brevetto europeo

Fonti:
[1] https://www.ufficiobrevetti.it/brevetti/brevetto-europeo/
[2] https://www.studioferrario.it/brevetto/come-depositare-un-brevetto/
[3] http://www.uibm.gov.it/index.php/brevetti/brevettare-all-estero/il-brevetto-europeo
[4] https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/brevetti
[5] https://uibm.mise.gov.it/attachments/category/222/Istruzioni%20per%20la%20richiesta%20di%20concessione%20di%20un%20brevetto%20europeo.pdf
[6] http://documents.epo.org/projects/babylon/eponet.nsf/0/8266ED0366190630C12575E10051F40E/$File/how_to_get_a_european_patent_2019_en.pdf
[7] https://www.epo.org/applying/basics.html

STEP#20: UN MATERIALE DISTINTIVO

In questo post tratteremo di un materiale che, per secoli, ha caratterizzato e accompagnato l'azione del "brevettare" un'invenzione.

Stiamo parlando proprio della carta: dall'erogazione delle Litterae Patentes fino ad arrivare al XX secolo, tutti i documenti redatti erano ufficializzati tramite la trascrizione su carta.

Diamo un'occhiata a un breve riassunto della storia di questo materiale che ha permesso l'evoluzione dell'uomo durante i secoli, sia da un punto di vista culturale, informativo e concernente il progresso scientifico e artistico.

Dove nasce la carta?

Studiosi sostengono che la carta sia stata inventata nel 105 d.C dall'eununco Ts'ai Lun, frequentatore della corte dell'imperatore cinese, che utilizzava brandelli di stoffa usata, reti da pesca e corteccia di albero (con alta probabilità quella del gelso da carta).
I cinesi decisero di tenersi stretti il metodo di lavorazione della carta ma, nonostante i loro sforzi, la tecnica di produzione si estese in Giappone nel 610 d.C e in Medio Oriente nel 750 d.C; gli Arabi, in seguito alla conquista di Samarcanda, presero in ostaggio dei cartai cinesi, che furono obbligati a svelare tutti i segreti dell'arte della carta.

Più antico pezzo di carta, rinvenuto a Fàngmǎtān, nel nord-est della Cina

La carta in Europa

In seguito all'invasone araba della Sicilia e della Spagna, la produzione della carta prende piedi anche nell'area del Mediterraneo; la prima fabbrica di carta venne costruita nel 1150 a Xativa, nell'odierna provincia di Valencia.
Purtroppo la qualità della carta prodotta in Europa era scadente e, tramite un editto datato 1221, Federico II ne vietò l'uso nei documenti ufficiali in quanto questa carta non era durevole e veniva aggredita dagli insetti molto facilmente. Nonostante ciò, essa si diffuse comunque velocemente in quanto comoda ed economica.

La carta di Fabriano

Nel 1264 venne fondata una carteria a Fabriano, Marche, che fu la prima ad utilizzare l'energia idraulica, rendendo così il processo di produzione più efficiente e rapido. Inoltre alcune fasi della preparazione (come quella della macinatura degli stracci) venne totalmente meccanizzata, venne introdotto l'uso di una colla di carniccio animale, sgradita agli insetti, e venne introdotta la tecnica della filigranatura dei fogli.

Cartiera di Fabriano

La diffusione

La produzione della carta si diffuse in tutta Europa (il monopolio rimase in mano alle carterie italiane fino alla metà del XIV secolo) e, in seguito all'invenzione della stampa a caratteri mobili, ebbe un boom. Migliorarono varie fasi della produzione e, durante la Rivoluzione Industriale, vennere inventate varie macchina per la fabbricazione, in quantità industriale, di carta, fino a meccanizzare l'intero processo di produzione. Nacquero inoltre nuovi tipi di carta, destinati ai più svariati utilizzi; parliamo infatti della carta igienica, per imballaggi, ecc...

Diffusione delle carterie in Europa


Fonti:
[1] https://www.pixartprinting.it/blog/storia-della-carta/
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Carta#Storia_della_carta
[3] https://blog.doctaprint.it/idee/storia-della-carta/
[4] http://www.fabrianostorica.it/storiacarta/fabriano.htm

LE BARE DI SICUREZZA VITTORIANE

L'Ottocento non fu solo un'epoca di grande progresso, ma anche di grandi stranezze: il popolo, sia delle classi sociali più povere che di quelle nobili, era facilmente impressionabile, spesso esposto a  superstizioni e credenze legate al mondo dell'aldilà.
Si credeva infatti che molte delle persone che venivano credute decedute, lo fossero solamente in apparenza e momentaneamente: per questo era nato il terrore di essere sepolti vivi (tafofobia).
Lo stesso Edgar Allan Poel nel 1844, scrive una storia breve dell'orrore, The Premature Burial, in cui riporta dei fatti attestati e confessa la sua paura di essere sepolto vivo.

Per questo motivo ai giorni nostri sono arrivati centinaia di brevetti di diverse bare di sicurezza, di cui il primo modello risale al 1792, voluto dal duca Ferdinando di Brunswick: la bara in questione aveva una finestra per poter far entrare la luce, un tubo per poter far passare aria fresca e, inoltre, il "morto" veniva munito di due chiavi che gli avrebbero permesso di aprire la bara e quindi uscire.

E questo fu solamente l'inizio; gli inventori si sbizzarrirono per praticamente tutto il diciannovesimo (ed anche ventesimo) secolo, soprattutto in Germania, inventando le soluzioni più disparate e, puntualmente, brevettandole.
Vediamo alcuni esempi.

Il più classico è quello citato anche nella leggenda metropolitana "Bloody Mary" e prevede l'utilizzo di un campanello al di fuori della tomba, direttamente attaccato alle mani, alla testa e ai piedi del "morto". Era un metodo che, però, poteva portare a dei falsi risultati, in quanto il corpo, quando comincia a decomporsi, a volte può eseguire dei bruschi movimenti, causati dallo spostamento dei gas corporei. Se la campanella fosse stata azionata, il guardiano del cimitero avrebbe dovuto far calare un altro tubo, attraverso cui pompare dell'aria con un soffietto, fino a quando non sarebbero arrivati i soccorsi.
Questo sistema venne progettato nel 1829 dal Dr. Johann Gottfried Taberger.

Campanella attaccata al cadavere

Per evitare i "falsi positivi" sovra citati, Frank Vester, nel 1868, aggiunse un tube tramite il quale era possibile vedere la faccia del "morto"; se la campanella avesse suonato, sarebbe bastato dare un'occhiata attraverso il tubo per controllare che la persona fosse effettivamente viva o meno.
Se fosse risultato un falso allarme, il tubo si sarebbe tranquillamente rimuovere, per poterlo poi utilizzare nuovamente.

Brevetto di Vester

Facendo un salto in avanti di più di un secolo, ci troviamo nel 1995, anno in cui l'italiano Fabrizio Caselli brevetta la sua bara di sicurezza high-tech, dal nome di morte serena, provvisto di allarme, interfono, una luce interna, un respiratore per l'ossigeno, uno stimolatore cardiaco e uno strumento che ne possa prendere i battiti: tutto ciò che sarebbe servito per mantenere in vita una persona fino all'arrivo del soccorsi.

Fabrizio Caselli e la sua bara



Fonti:
[1] https://www.missdarcy.it/safety-coffin-bare-vittoriane/
[2] https://darkgothiclolita.forumcommunity.net/?t=60665233
[3] https://www.izzyweb.it/aziende/morti-apparenti-e-bare-tecnologiche/
[4] http://esotericmania-merlin.blogspot.com/2009/08/morte-apparente-bare-di-sicurezza.html

STEP#19: NELLE SCIENZA APPLICATA

"La scienza applicata indica tutte le discipline scientifiche che rendono impiegabili i risultati della ricerca pura nello sviluppo di prodotti e servizi."(fonte)
È evidente la stretta connessione tra questa branca della scienza e l'esistenza dei brevetti: questi ultimi, come requisito fondamentale, hanno per l'appunto l'applicazione pratica. Un'invenzione non può essere brevettata se non risulta possibile renderla fabbricabile nelle industrie ed impiegabile in una disciplina, per l'appunto, applicata.
Citiamo alcuni esempi di scienze applicate il cui sviluppo è stato agevolato dalla presenza di brevetti.

Scienza dei materiali

Legati a questa scienza, la maggior parte dei brevetti riguardano un processo chimico con il quale estrarre un materiale in maniera più efficiente oppure crearne uno completamente nuovo; in questo caso si sta parlando di processi chimici inediti.
Ecco alcuni esempi di brevetti che hanno radicalmente segnato la storia della chimica e non solo:
  • Alluminio: metallo che si rivelò fondamentale nel campo aeronautico verso l'inizio del secolo scorso. Esso esiste in natura solo sotto forma di composto; venne scoperto nel 1807 da Sir Humphrey Davy e successivamente si scoprirono dei processi per estrarlo che risultavano però troppo dispendiosi.
    Solo nel 1886, i due scienziati Paul Louis-Toussaint Héroult e Charles Martin Hall brevettarono, in manieria del tutto indipendente, un processo che "consiste nella dissoluzione di allumina in un bagno di criolite fusa, con la formazione di un sale fuso che viene sottoposto a elettrolisi per ottenere alluminio": questo processo consentì all'alluminio di essere prodotto in grandissime quantità.
Processo di Hall-Heroult
  • Nylon: o poliesametilenadipamide, appartiene alla famiglia di poliammidi alifatiche o semiaromatiche sintetiche. Venne brevettata il 16 febbraio 1937 da Wallace Hume Carothers, chimico di punta dell'azienda Du Pont De Nemours; questo materiale si ricava in seguito alla fusione del polimero, che poi viene spinto attraverso le filiere, così da ricavarne dei fili sottilissimi. In base al diametro scelto per questi fili, essi possono andare a svolgere delle funzioni differenti: dall'essere il tessuto per abiti sintentici (collant, ecc...), ad essere spesso abbastanza per utilizzarlo in cordami resistenti.
Nylon 6,6 al microscopio

 

Aeronautica

Branca che si concentra nello studiare ed applicare le leggi fisiche che governano i corpi in volo nell'atmosfera terrestre, è ancora in piena evoluzione. Sin dall'antichità l'uomo cercò di trovare un modo per raggiungere il cielo, ma solo a partire dagli ultimi due secoli a questa parte ci sono stati dei passi importanti.
Ecco un paio di brevetti che diedero una spinta enorme a questa scienza applicata.
  • Motore a getto: consiste in un"un sistema propulsivo basato sull'impiego di un compressore centrifugo con susseguente turbina a gas"(fonte), che venne brevettato il 16 gennaio 1930, dall'inglese Frank Whittle. Il suo Whittle W.1 fu il primo modello del suo genere a trovare un'applicazione pratica e, inoltre, fu anche il primo modello britannico di turboreattore a ciclo di Brayton-Joule. Questo motore a turbina, dunque, riusciva a muovere un aeromobile utilizzando i propri gas di scarico.
Il Whittle W.1




Fonti:
[1] http://www.acegasapsamga.it/binary/hera_acegas/offerta_didattica/Storia_dell_Alluminio.1415788663.pdf
[2] http://www.sib.it/brevetti/chimica/
[3] https://www.sviluppoeinnovazione.it/i-brevetti-nel-campo-chimico-e-farmaceutico/
[4] http://www.girofil.it/nylon-lavorazione-caratteristiche/
[5] http://www.meteoweb.eu/2016/02/accadde-oggi-nel-1937-viene-brevettato-il-nylon/636315/
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Nylon
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Whittle
[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Esoreattore#Storia

STEP#18: NELLA CRONACA

In questo post ci immergeremo nel mondo del giornalismo alla ricerca di fatti di cronaca che hanno a che fare con brevetti e simili.

Ci sono innumerevoli articoli sull'argomento (se volete aggiornarvi quotidianamente questo sito fa per voi), perciò ne sceglierò un paio che, anche se non troppo recenti, possono risultare interessanti.

Il braccialetto-sorvegliante di Amazon

Questa notizia risale al febbraio del 2018 e fece salire dei grandi dubbi concernenti il rispetto della privacy dei propri lavoratori da parte del gigante Amazon
Amazon depositò il brevetto di questo braccialetto nel 2016, ma venne approvato solamente il 30 gennaio del 2018; indossato da un dipendente, esso sarebbe stato in grado di guidarlo nei giusti scaffali e rendendo così più rapide l'evasione dei vari ordini.
Le intenzioni di questa invenzione sembrano concernere solamente l'efficienza dell'azienda ma nasce spontanea questa domanda: la privacy dei lavoratori può considerarsi violata?
Apparentemente questo braccialetto non sembra essere entrato nella quotidianità dei dipendendi Amazon, ma è ancora tutto da vedere.

Per leggere l'articolo completo clicca qui (Wired).
Per un'analisi del funzionamento clicca qui. Inoltre è presente uno statement di Amazon stesso in risposta alle varie speculazioni sorte in tutto il globo (inizio articolo).


Funzionamento del braccialetto in relazione all'ambiente

giovedì 21 maggio 2020

STEP#17: BREVETTANDO DALLA A ALLA Z

Questo post ci aiuterà ad avere una visione complessiva del mondo brevettuale: per ogni lettera dell'alfabeto associerò una parola, la più significativa possibile.
Spazierò da termini prettamente tecnici, sino ad invenzioni che sono state brevettate ed hanno  segnato la storia della tecnologia e non solo.

A
Amuchina
  

B


D

mercoledì 13 maggio 2020

STEP#16: UN PROTAGONISTA

Sono stati innumerevoli gli inventori che decisero di brevettare delle perle nate dal loro ingengo ma, nel corso del XIX e XX secolo un uomo in particolare si distinse per l'ingente quantità di brevetti che depositò: stiamo parlando proprio di Thomas Edison.


Thomas Alva Edison nasce a Milan, Ohio l'11 Febbraio 1847. L'ultimo di 7 fratelli, di cui ne sopravviveranno solo 4, Edison lascia la scuola all'età di 10 per dedicarsi al lavoro manuale per aiutare la famiglia ad andare avanti. Successivamente lavorerà per un giornale e, nel 1868, depositerà il suo primo brevetto, un registratore di voto elettrico.
Nel 1876, Edison costruì il suo laboratorio a Menlo Park (da qui deriva il suo soprannome "mago di Menlo Park") e divenne un rinomato inventore.
C'è veramente tanto da dire sulla vita di questa mente geniale (se vuoi leggere la biografia integrale, clicca qui) e bisogna riconoscere che, grazie alla sua ingente disponibilità economica e alla sua attitudine da businessman, egli fu in grado di acquistare vari brevetti di altri proprietari per poi ottimizzarli, anche grazie all'aiuto dei suoi fidati dipendenti.
In tutto l'arco della sua vita, Edison depositò 1093 brevetti registrati a suo nome, guadagnando così la fama di uno dei più prolifici inventori del suo tempo:
  • 389 riguardanti energia e luce elettrica; 
  • 195 riguardanti il fonografo;
  • 150 riguardanti il telegrafo;
  • 145 riguardanti batterie;
  • 34 riguardanti il telefono;
  • e molti altri ancora.
Edison morì a causa del diabete di cui soffriva il 18 Ottobre 1931 nella sua casa di West Orange; il suo ultimo brevetto ("Holder for Article to be Electroplated") venne ufficialmente registrato 2 anni dopo, nel 1933.

Il suo ultimo brevetto

US1908830A


Edison fu un uomo poliedrico, che si interessò a svariati campi della tecnologia, della chimica e delle scienze in generale; la sua vita, inoltre, fu un continuo successo anche grazie alle proprie inclinazioni e alla propria capacità di adattarsi ad ogni situazione.


Fonti:
[1] https://www.history.com/topics/inventions/thomas-edison
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Edison

STEP#15: NEL NOVECENTO

Il Novecento fu un'epoca eterogenea, che vide in atto ben due Guerre Mondiale le quali, purtroppo, segnarono nel profondo il genere umano.
I brevetti creati in questo secolo sono innumerevoli e molti hanno rivoluzionato il campo della tecnica ma, in questo post, ci concentreremo solamente su le varie convenzioni e leggi che, finalmente, portarono alla formazione degli Uffici Brevetti e leggi brevettuali come le conosciamo oggi.

Provvedimenti a livello nazionale

Stati Uniti

Nel 1952 viene promulgata un'altra Patent Act, che andrà a chiarificare e semplificare la legge sui brevetti già esistente ma non solo: tramite questo atto viene aggiunto il requisitò della non-ovvietà dell'invenzione.
Essa è suddivisa in 4 parti:
  1. Vengono elencate le disposizioni dell' USPTO ed il potere e i doveri di quest'ultimo;
  2. Viene chiarificato come e quando è possibile ottenere un brevetto;
  3. Tratta dei brevetti in sè e del tipo di protezione che forniscono;
  4. Riguarda il Patent Cooperation Treaty.

Altri Paesi

In altri paesi del globo, come la Germania, l'Inghilterra, la Nuova Zelanda... durante la prima parte del Ventesimo secolo vengono promulgate moltissime leggi dedite a organizzare e chiarificare procedimenti e requisiti legati al mondo brevettuale.
Data la rapida nascita ed evoluzione di nuove branche scientifiche, è risultato necessario l'aggiornamento dei preesistenti Uffici Brevetti e la creazione di organi supra-nazionali.

Provvedimenti a livello internazionale ed europeo

Ecco le più significarive convenzioni che, a livello internazionale ed europeo, hanno costituito degli organi omogenei, dedicati alla preservazione della proprietà intellettuale e industriale.

WIPO

In italiano Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, viene fondata nel 1967 ed è un corpo appartenente all'organizzazione delle nazioni unite. I suoi obbiettivi sono principalmente due:
  1. Promuovere la tutela della proprietà intellettuale in tutto il mondo;
  2. Assicurare la cooperazione amministrativa tra le Unioni di proprietà intellettuale, centralizzandole.
Logo dell WIPO

Trattato di cooperazione in materia di brevetti

Firmato a Washington il 19 giugno del 1970, è un trattato a livello internazionale e multilaterale, che entrò in vigore solamente il 24 gennaio 1978. Inizialmente aderirono solamente 14 Stati ma, al giorno d'oggi, i membri sono diventati 148; grazie ad esso, se un inventore che appartiene ad uno Stato aderente desidera fare una domanda di brevetto, l'ufficio a cui dovrà rivolgersi risulterà unico. Per i richiedenti italiani, l'ufficio di referenza è l'Ufficio Europeo dei brevetti.
Ecco il trattato in versione pdf.


Convenzione sulla Concessione dei Brevetti Europei

Tenutasi il 5 ottobre 1973 a Monaco di Baviera, deliberò un trattato in cui tutti gli Stati Membri firmatari si sarebbero rivolti all'Ufficio Europeo dei brevetti per chi volesse depositarne uno. Tramite il trattato risulta possibile un rilascio brevettuale unificato a tutti i paesi sottoscriventi.
Per vedere come si può ottenere un brevetto a livello europeo, clicca qui.

Francobollo commemorativo

Accordo TRIPs

In inglese The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights, l'accordo venne firmato il 1 gennaio del 1995 promosso dal WTO, l'organizzazione mondiale del commercio. L'accordo è stato stilato con l'obiettivo di creare uno standard nella considerazione dell proprietà intellettuale in generale; infatti non tratta solo di brevetti, ma anche di marchi, questioni di copyright, industrial design e altro.
L'obiettivo principale è quello di assottigliare le differenze che esistono nei vari sistemi nazionali, principalmente nei confronti della protezione della proprietà intellettuale; ogni governo dei paesi firmatari deve rispettare il livello minimo di protezione imposto dall'accordo.

Logo WTO


Fonti:
[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Patent_Act_of_1952
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Brevetto#La_brevettazione_internazionale
[3] https://petpat.lv/en_lv/news/a-brief-history-of-the-patent-system/
[4] https://onlinellm.usc.edu/blog/history-of-patent-law/
[5] https://www.ufficiobrevetti.it/wipo/

STEP#14: NELL'OTTOCENTO

Diciannovesimo secolo. Siamo in piena Rivoluzione Industriale, che entra nella sua seconda fase, caratterizzata dalla scoperta di nuove forme di energia, come il petrolio e l'elettricità e dallo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto. È il momento della Belle Epoque, della fiducia cieca nel progresso, nella scienza e nella tecnica.

Ecco alcuni brevetti interessanti e, soprattutto, le tappe fondamentali che ci fanno sempre più avvicinare a un sistema ufficiale in grado di rilasciare brevetti seguendo delle regole ben precise.

La Pen-y-Darren

Venne brevettata nel 1804 da Richard Trevithick ed è la prima locomotiva alimentata a vapore che riuscì a percorrere una ferrovia, con la bellezza di 5 vagoni e 70 uomini di carico: è considerabile come il primo treno della storia della tecnologia. In seguitò egli vendette i suoi brevetti, ma diede un grande shock alla comunità scientifica, dimostrando possibile qualcosa che, fino a meno di un secolo prima, veniva considerata come mera fantasia.

La Pen-y-Darren


Brevetto "al femminile"

Il 5 maggio 1809, Mary Dixon Kies decide di rompere gli stereotipi femminili e deposita il suo brevetto, riguardante un nuovo processo di intrecciatura dei fili di paglia con quelli di seta, dedicata alla produzione di cappelli. Ovviamente non fu la prima donna a inventare nuove procedure o simili, ma fu la prima a brevettare una propria invenzione negli Stati Uniti. Purtroppo non ricevette mai gli incassi che le sarebbero spettati, ma la sua nuova tecnica diede un enorme "boost" nella produzione di cappelli a livello transatlantico.

Mary Kies

Dal punto di vista legale...

Questo secolo si rivelò fondamentale per l'introduzioni di Uffici dedicati e nuove leggi per quanto riguarda la brevettabilità delle nuove invenzioni.

Stati Uniti

Nel 1802 venne aperto il primo Ufficio Brevetti degli USA, che oggi porta il nome di USPTO (United States Patent and Trademark Office).  Con il Patent Act datato 1836, questo ufficio venne leggermente modificato da un punto di vista amministrativo e, cosa importantissima, tutti i brevetti finora registrati vennero resi accessibili al pubblico, in modo tale da permettere a chi volesse brevettare una propria invenzione, di effettuare una ricerca di anteriorità; in questo modo la qualità dei brevetti aumentò considerevolmente. Inoltre fu possibile richiedere un'estensione di 7 anni rispetto ai 14 originari della durata del proprio brevetto, solo di fronte a delle ragioni appropriate. Da quel momento in poi, i nuovi brevetti vennero registrati tramite un numero, mentre tutti quelli precedenti venivano accompagnati dalla lettera X.


Il primo brevetto registrato a partire dal Patent Act


Regno Unito

Nell'Impero Britannico si stavano creando delle tensioni molto simili a quelle di due secoli prima: i brevetti venivano rilasciati in modo arbitrario, andando a benificiare pochi alle spese del popolo. Molti articoli "anti-brevetti" vennero pubblicati, ma non si arrivò mai ad una abolizione definitiva del sistema. Quest'ultimo, c'è da riconoscere, risultava ormai troppo obsoleto per la società dinamica che si stava venendo a formare: il processo per ottenere un brevetto era lungo, dispendioso, e gli uffici dedicati non erano gestiti da persone competenti.
Ma le cose cambiarono con il Patent Law Amendment Act datato 1852 che stabilì il primo Patent Office inglese nell'ottobre dello stesso anno; il vecchio sistema venne rinnovato completamente. Infatti la procedura venne semplificata, divenne obbligatorio presentare una descrizione della propria invenzione, furono resi pubblici gli archivi brevettuali, non fu più necessario richiedere diversi brevetti per i diversi paesi presenti nell'isola britannica ed i costi della procedura vennero ridotti di almeno 3/4.
Nel 1883 venne emesso il Patents, Designs, and Trade Marks Act, grazia al quale vennero introdotte le esaminazioni delle invenzioni affinchè si constatasse che la descrizione risultasse fedele al progetto: non venivano ancora effettuate ricerche sulla novità dell'invenzione.

Patents, Designs, and Trade Marks Act

Francia

Le leggi concernenti i brevetti prevedevano delle procedure piuttosto blande, senza nessuna commissione che giudicasse l'invenzione in questione: questo aspetto venne fatto notare molto spesso durante la prima metà del 1800 (venne fatta presente nel 1811 e 1814) e solo nel 1828 venne formata una commissione che sis arebbe dovuta occupare di una riforma sulle leggi sui brevetti.
Nel 1844 finalmente viene promulgata una legge a riguardo, sospinta anche da un clima particolare che permeava in tutta Europa; da un punto di vista economico e industriale la Francia aveva bisogno di una spinta, soprattutto nel campo dei macchinari. La legge prevedeva 3 tipi di invenzioni: nuovi prodotti industriali, nuovi metodi e la nuova applicazione di metodo già conosciuti nel campo industriale. Inoltre l'invenzione doveva soddisfare due requisiti: di essere nuova e avere un carattere industriale. Processi puramente teorici non potevano essere brevettati.
Con questa nuova legge si voleva andare a risollevare l'economia francese.


La Convenzione di Parigi per la Protezione della Proprietà Industriale

Venne firmata a Parigi il 20 marzo 1883 e fu uno dei primi trattati concernenti la proprietà industriale e intellettuale. Venne allora firmata solamente da 11 Paesi (Belgio, Brasile, Francia, Guatemala, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, El Salvador, Serbia, Spagna e Svizzera) e "fu uno dei primi trattati volti a tutelare la proprietà industriale nel senso più ampio, applicandosi a marchi, brevetti, modelli di utilità, disegni e modelli industriali" (fonte); essa riconosce tramite il diritto di reciprocità l'uguaglianza in fatto di trattamento di proprietà industriale e intellettuale in tutti i paesi e, tramite il diritto di priorità la possibilità di depositare in un Paese appartenente all'Unione il proprio brevetto, avendone, per l'appunto, la priorità assoluta. Così si minimizzava il rischio del "furto di idee" tra scienziati di differenti paesi.

Francobollo commemorativo


Fonti:
[1] https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_patent_law
[2] https://petpat.lv/en_lv/news/a-brief-history-of-the-patent-system/
[3] https://en.wikipedia.org/wiki/Richard_Trevithick
[4] https://artpatent.ru/en/news/the-inventions-no-one-believed-in-locomotive/
[5] https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_United_States_patent_law
[6] https://www.createip.co.nz/brief-history-patents/
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_di_Parigi_per_la_protezione_della_propriet%C3%A0_industriale
[8] https://eh.net/encyclopedia/an-economic-history-of-patent-institutions/
[9] https://halshs.archives-ouvertes.fr/halshs-00544730v2/document
[10] https://core.ac.uk/download/pdf/47163074.pdf

STEP#13: NEL SETTECENTO

Questo secolo risulta caratterizzato da un dinamico sviluppo delle scienze e delle tecnologie; nascono nuove Accademie delle Scienze, nasce il movimento dell'Illuminismo, grazie al quale si riesce a dare una spinta non indifferente allo sviluppo di molteplici discipline scientifiche, prende piede la Prima Rivoluzione industriale, nasce la scienza che si dedica allo studio dell'elettricità ecc...

Insomma, questo secolo rivoluzionerà profondamente la visione e l'approccio nei confronti della scienza sia teorica che pratica.
Vediamo i principali avvenimenti che concernono il verbo in questione, "brevettare".


Il boom dell'industria tessile

L'industra tessile cominciò a prendere piede, in questo secolo, principalmente in Inghilterra, grazie a vari fattori economico-sociali che ne facilitarono l'evoluzione.
Infatti nella grande isola non persistevano guerre, non erano presenti confini doganali ed era largamente disponibile la materia prima del filato (lana, cotone).

Il Flying Shuttle 

Un'invenzione che sicuramente diminuì drasticamente i tempi di produzione fu quello della spoletta volante, inventata da John Kay, consentendo così un tipo di tessitura automatica.
Brevettata nel 1733, venne cominciata ad essere utilizzata solo a partire dagli anni 50 e 60 del secolo. Essa consisteva in una navetta, contenente una spoletta intorno alla quale veniva avvolto il filato, la quale veniva lanciata da un'estremità all'altra dell'ordito: questo spostamento, inizialmente, veniva principalmente svolto a mano, ma successivamente venne automatizzato anch'esso.
Grazie a questo piccolo strumento, l'ordito veniva intrecciato molto più rapidamente e lungo una larghezza maggiore.

Flying Shuttle passata attraverso le trame

 

Il Water Frame

Inventata da Richard Arkwright e brevettata nel 1769, questo filatoio idraulico era utilizzato per la realizzazione di fili in cotone. Questo macchinario era azionato da una ruota idraulica che imprimeva maggiore potenza rispetto a quella che gli uomini potevano fornire, perciò la lunghezza del filato aumentò decisamente.
Purtroppo era possibile produrre dolo un filo alla volta, finchè non venne inventato il filatoio a intermittenza di Samuel Crompton.

Filatoio Idraulico

 

La Spinning Jenny

Brevettata nel 1770 da James Hargreaves, questo filatoio semi-automatico permise di produrre con l'abbondante quantità di fili in arrivo dai processi velocizzati di filatura, una corrispondende quantità di abiti e tessuti; inizialmente la macchina poteva ospitare 8 fusi che, alla fine del secolo, aumentarono fino a 120.
Per vedere come funziona, clicca qui!

Spinning Jenny migliorata

L'epoca del vapore

Un altro elemento caratteristico di questo secolo è l'invenzione delle macchine azionate dal vapore che, grazie alla propria energia termica, permise di produrre un'enorme quantità di energia meccanica. Da questo secolo in poi questo tipo di energia, permetterà di tenere in vita enormi costruzioni, come treni, macchine e intere fabbriche.

La Atmospheric Engine di Thomas Newcomen

Questa macchina alimentata dalla produzione di vapore, fu inventata da Thomas Newcomer nel 1705, ma venne brevettata nel 1712. Si ritiene la prima macchina a vapore utilizzata in dei processi industriali, in quanto veniva principalmente utilizzata per estrarre l'acqua dalle gallerie delle miniere di carbone e di metalli.
Per vedere come funziona, clicca qui!

Progetto della macchina di Newcomen


La Steam Engine di James Watt

Macchine alimentate dall'energia del vapore già ne esistevano, ma James Watt riuscì a segnare profondamente l'andamento produttivo delle fabbriche del suo tempo.
Dopo aver analizzato i macchinari precedenti (tra cui la stessa macchina di Newcomen), cercando di capire in che cosa poteva migliorarli, in seguito di incessanti esperimenti, Watt brevetta il suo metodo "per ridurre il consumo di vapore e carburante nelle macchine a vapore" il 25 Aprile 1769. Grazie all'investimento di vari imprenditori, tra cui l'imprenditore Boulton, nel 1775 riesce a costruire una versione funzionante: da quel momento in poi verrà utilizzata in innumerevoli fabbriche, in quanto riuscì a garantire un non indifferente risparmio energetico.
Per vedere come funziona, clicca qui!

Progetto della Macchina di Watt

Brevetto originale(pag3)
Brevetto originale(pag1)
Brevetto originale(pag2)
                       

Nel mondo legislativo

Ci furono importanti passi avanti nella regolarizzazione del rilascio di brevetti negli USA, ed una legge che venne varata in Francia. Vediamo quali sono.

Il Patent Act

Negli Stati Uniti fino a quel momento ogni governo coloniale poteva rilasciare dei privilegi di produzione e vendita a chi lo richiedeva, ma non esisteva un potere centralizzato che gestisse in modo rigido la questione. Nel 1790, invece, tramite il Patent Act si stabilirono delle leggi ben precise affinchè si potesse concedere un brevetto: venne fondato un comitato formato da tre ministri che, in seguito ad un'attenta analisi dell'invenzione presentata, decideva se rilasciarne o no il brevetto.

La prima invenzione riconosciuta da questa nuova modalità fu quella legata ad una tecnica di produzione del cloruro di potassio, brevettata da Samuel Hopkins nello stesso 1790

Patent Act


La Legge francese

In Francia venne varata nel 1791 una legge concernente i brevetti ma che non fu di troppo spessore: per avere un passo importante bisogna aspettare il 1844.
Non si prevedeva una giuria che analizzasse l'invenzione proposta, perciò ci si limitò solamente a tenere una sorta di inventario, nel quale però spesso si trovavano doppioni e variazione di stesse invenzioni. Questo soprattutto pechè il brevetto veniva visto come un "diritto naturale" nei confronti dell'inventore e poteva essere garantito per la durata di 5, 10 o 15 anni; nonostante tutto, raramente gli inventori richiedevano il rilascio di un brevetto, a causa dei loro costi proibitivi.


Fonti:
[1] http://vitofornari.blogspot.com/2015/12/la-rivoluzione-industriale-settore.html
[2] https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/ieri-oggi-scienza/james-watt-e-la-macchina-a-vapore-che-ha-innescato-la-rivoluzione-industriale/
[3] http://energia-plus.it/wp-content/uploads/sites/5/2009/06/20061109005_11.pdf
[4] https://books.google.it/books?id=oRqODAAAQBAJ&pg=PT33&lpg=PT33&dq=legge+sui+brevetti+francia+1791&source=bl&ots=QpzGKPTQOl&sig=ACfU3U3ktrIQISBYdVr8JMHA-8VT-rCo7w&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjzxIrUh-HpAhXrSRUIHVINA2AQ6AEwAnoECAcQAQ#v=onepage&q=legge%20sui%20brevetti%20francia%201791&f=false

STEP#25: POST FINALE

Ed eccoci giunti al post finale di questo blog; dopo quasi tre mesi di ricerche e pubblicazioni, penso che sia il caso di fare un riassunto ...