martedì 14 aprile 2020

STEP#09: A COLPI DI PENNELLO

L'orgoglio italiano Alessandro Volta, dopo anni di studi ed esperimenti interessandosi alle teorie di Luigi Galvani, il 20 marzo 1799 annuncia ufficialmente l'invenzione della sua pila elettrica. In seguito al riconoscimento ufficiale di tale creazione da parte della Royal Society, la sua fama si estese al di fuori del paese, fino a raggiungere Napoleone Bonaparte.

Nel seguente quadro di Giuseppe Bertini, datato 1891, raffigura l'incontro risalente al 7 novembre di 90 anni prima tra queste due personalità, in cui lo scienziato mostra fieramente la sua pila al generale. Quest'ultimo rimase così deliziato, che decise di premiarlo con un'ingente somma di denaro e la Legion d'Onore.

Alessandro volta mostra la pila a Napoleone, Giuseppe Bertini, 1891
Il quadro è conservato nel Tempio Voltiano, nei pressi di Como.

Fonti:
[1] https://www.ilbrevetto.news/2019/03/28/alessandro-volta-la-pila/
[2] https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-sette/20150814/283935996439440
[3] https://www.torinoggi.it/2019/07/26/leggi-notizia/argomenti/idee-in-sviluppo/articolo/italiani-popolo-dinventori-5-invenzioni-made-in-italy-che-hanno-fatto-la-storia.html
[4] http://www.mondi.it/almanacco/voce/308003

STEP#08: PROPRIETÀ INTELLETTUALE NELL'ANTICHITÀ: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Il brevetto come lo conosciamo oggi, non vanta origini antiche; infatti il primo organo che si preoccupò di riservare attenzioni agli inventori venne promulgato nella Repubblica di Venezia il 19 marzo 1474, sotto il nome di Statuto dei Brevetti.

Ciononostante, già a partire dall'Antica Grecia, siamo in grado di rintracciare dei sistemi, seppur molto rudimentali, di tutela della proprietà intellettuale e industriale.

Un brevetto "gourmet"

Lo scrittore egizio Ateneo Nucrati, nella sua opera I Dipnosofisti, ci racconta in un excursus di una pratica eseguita nella città di Sibari, intorno al VII-VI secolo a.C.
È il primo esempio documentato di un sistema brevettuale vero e proprio, dedicato non a un'invenzione tecnologica, ma a una ricetta culinaria: a colui che avesse inventato una ricetta originale ed elaborata, veniva riconosciuto ufficialmente il diritto esclusivo di poterla produrre e venderla per 12 mesi, senza che nessuno potesse copiarla. In questo modo si voleva incentivare l'inventiva dei cittadini, affinchè tutti potessero goderne, in primis il suo creatore.
 
The Dinner, Lawrence Alma Tadema, 1873, olio su legno

 

Un'epoca di privilegi

Sotto il regno dei primi sovrani della dinastia Tolemaica, ricordati per il loro interesse nei confronti di artisti e inventori (il loro diritto prevedeva l'esilio per chiunque copiasse un'opera letteraria), operava l'ingegnere greco Ctesibio di Alessandria, attivo durante III secolo a.C.
Di origini modeste, figlio di un barbiere, Ctesibio dimostrò sin da fanciullo di avere una mente brillante; ed è così che grazie sia alle sue macchine, soprattutto di uso bellico e pubblico, frutto di un ingegno fuori dal comune, sia alla sua fortuna di vivere sotto dei sovrani che sostenevano le arti e i loro artisti, riuscì a scalare la piramide sociale.
Ctesibio viene tutt'oggi considerato come uno dei pionieri dell'idraulica, il quale partorì dal suo ingegno macchine sia di carattere ludico, dedicandosi alla costruizione di "giocattoli" come automi, che utilitario. L'invenzione a lui attribuita da scrittori attendibili come Vitruvio, Plinio il vecchio, Trifone, Filone e che lo rese più famoso fu sicuramente l'hydraulis, il primo organo a canne che venne mai costruito. Esso veniva gestito da tre persone, due delle quali si occupavano di pompare aria attraverso dei pistoni laterali, la quale poi si sarebbe incalanata nelle canne di varie dimensioni che sovrastavano la cassa principale; il terzo si occupava di eseguire la melodia attraverso una rudimentale tastiera. Questo strumento divenne così famoso da venir utilizzato durante gli intrattenimenti pubblici ed eventi cerimoniali a Roma e Bisanzio.
Dopo la sua morte, Ctesibio verrà per sempre riconosciuto un grande inventore, che contribuì senza dubbio allo sviluppo tecnologico delle epoche successive.
 

Mosaico Romano, Villa Nennig

 

L'altra faccia della medaglia

Ma gli inventori nell'antichità non andavano sempre incontro a un destino di fama e riconoscimenti.
Nonostante non ci sia pervenuta alcuna testimonianza materiale dell'invenzione in questione, due autori latini molto stimati e attendibili, Petronio e Plinio il vecchio, raccontano della vicenda di un vetraio romano, che sostenne di aver scoperto come produrre un vetro infrangibile.

Lo scrittore naturalista Plinio il vecchio racconta, seppur con le dovute riserve, di come un vetraio anonimo romano che, dopo aver mostrato all'imperatore Tiberio(14-37d.C) la sua invenzione, invece di ricevere elogi e premi in denaro, si ritrovò senza più una bottega, distrutta dai soldati per ordine dell'imperatore stesso.

Plinio il vecchio

La versione di Petronio, autore di opere di satira, dal tono e stile di vita diametricalmente opposti a quelli di Plinio, è un po' più drammatica e romanzata. Il vetraio in questione chiese un'udienza con l'imperatore (non si dice specificatamente quale), che venne accettata; una volta lì, l'uomo dimostrò in maniera pratica l'indistruttibilità del suo vetro, gettandolo al suolo e prendendolo di forza a martellate. L'imperatore rimase sconcertato e, dopo aver chiesto al vetraio se egli fosse l'unico a essere a conoscenza della tecnica di produzione, l'uomo rispose in maniera affermativa. Il sovrano, dunque, procedette a condannarlo a morte. Petronio, in conclusione scrive:

Postquam negavit, iussit illum Caesar decollari: quia enim, si scitum esset, aurum pro luto haberemus.

Tradotto: "Quando disse di no, Cesare ordinò che quello fosse decapitato: perché infatti, se si fosse saputo, valuteremmo l'oro come fango."

Petronio Arbitro

L'imperatore decise di insabbiare l'invenzione del vetraio affinchè non avvenisse una crisi economica causata dalla svalutazione dei metalli preziosi: una crisi del genere avrebbe rischiato di far collassare l'intero Impero.
Ovviamente, non abbiamo prove certe che questa vicenda sia accaduta veramente, in quanto alcuni autori la considerano solo una leggenda.

Fonti:
[7] Nascita ed evoluzione della proprietà intellettuale, Salvatore di Palma, 2019, Book Sprint Edizione.

STEP#25: POST FINALE

Ed eccoci giunti al post finale di questo blog; dopo quasi tre mesi di ricerche e pubblicazioni, penso che sia il caso di fare un riassunto ...