mercoledì 27 maggio 2020

STEP#21: IL BREVETTO E LE SUE FASI

In questo post ci addentreremo nell'aspetto più legale e burocratico che caratterizza il "brevetto" nella nostra epoca: daremo un'occhiata a tutti gli step che un inventore deve affrontare per poter depositare il proprio brevetto, facendoselo riconoscere ufficialmente.

Prenderemo come riferimento l'EPO, ovvero l'European Patent Office.
La domanda dovrà essere effettuata in una delle tre lingue ufficiali (Tedesco, Inglese, Francese) perciò se nessuna delle tre risulterà essere la lingua del richiedente del brevetto, egli dovrà comunque effettuare un lavoro di traduzione. 

Logo dell'EPO

 

FASE 1: La ricerca preliminare

Prima di procedere alla domanda vera e propria, è buona cosa eseguire una ricerca di anteriorità al fine di individuare, se esistenti, dei brevetti con delle similarità tecniche a quello che si vorrebbe presentare; è importante essere certi che il proprio progetto o invenzione possa fin da subito soddisfare i tre requisiti fondamentali di ogni nuovo brevetto:
  • LA NOVITÀ: il progetto in questione non deve essere MAI stata resa noto al pubblico; una pubblicazione su un giornale scientifico, l'esposizione in un catalogo, la presentazione ad una conferenza, azzereranno le possibilità di poter ottenere un brevetto. L'invenzione deve rimanere segreta;
  • L'ORIGINALITÀ: l'invenzione non deve risultare un'ovvietà per la società scientifica; un inventore NON può ottenere un brevetto per un'invenzione nata da delle semplici modifiche ad una già esistente (pezzi che hanno la stessa funzione, cambiamento di unità di misura, sostituire un materiale, ecc...). Deve risultare come una soluzione originale;
  • L'INDUSTRALITÀ: l'invenzione in questione deve poter essere prodotta e utilizzata da QUALSIASI tipo di industria; deve essere tecnicamente e materialmente utilizzabile, per cui non può essere un mero esercizio intellettuale. L'invenzione deve essere impiegabile.


FASE 2: Deposizione della domanda

A questo punto bisogna procedere alla redazione della domanda da inviare all'Ufficio Brevetti; per poter far arrivare la propria proposta ad una delle sedi dedicate, solitamente bisogna contattare gli enti del proprio paese di residenza (in Italia la domanda va depositata alla Camera di Commercio, a Roma).
L'EPO supporta un sistema di deposito della domanda online, in cui si dovrà, come nella versione fisica, riempire il form 1001, modulo in cui dovranno essere fornite le seguenti:
  • una domanda di sovvenzione;
  • una descrizione dell'invenzione;
  • eventuali rivendicazioni;
  • disegni tecnici;
  • un estratto.
Questa fase è importantissima, in quanto si fornisce una descrizione dell'invenzione, con l'intento di rendere chiari i problemi che essa andrà a risolvere; è inoltre fondamentale dichiarare, tramite le "rivendicazioni", di quali elementi dell'invenzione si intende richiedere la protezione.
Ecco una guida, messa a disposizione dall'EPO stesso, su come compilare il modulo.
Entro un mese dal deposito della domanda devono essere pagate le tasse di domanda.


FASE 3: Esaminazione della domanda

In seguito al deposito della domanda, si procederà alla sua esaminazione: si controlla che tutte le documentazioni siano presenti e regolari e ci si accerta che tutte le tasse siano state pagate.
In seguito vengono eseguite delle ricerche di anteriorità, accertandosi che l'invenzione soddisfi i tre requisiti fondamentali (Novità, Originaltà, Industrialità); dopo 18 mesi dalla deposizione, la domanda di brevetto viene pubblicata (quindi accessibile a terzi), insieme al rapporto di ricerca. Il titolare dunque può richiedere di procedere con l'esame pratico (pagando una relativa tassa), entro l'arco di 6 mesi, durante i quali egli sarà in grado di rispondere ad eventuali perplessità, inoltrando proprie osservazioni e repliche.
In seguito a questo esame, si decide se concedere o meno il brevetto; in caso di rigetto, il richiedente può ricorrere ad un appello, pagando delle relative tasse.


FASE 4: Accettazione della domanda

Se l'esame passa con esito positivo, il richiedente verrà avvisato ed avrà 4 mesi di tempo per pagare la tassa di concessione, depositando inoltre il testo della descrizione e della rivendicazione in due ulteriori lingue, rispetto a quella scelta.
Una volta concesso il brevetto, ad esso verrà assegnato un numero e una data di concessione.
Per poter affermare la validità del brevetto, esso dovrà essere convalidato in uno o più stati che aderiscono all'EPO, tra quelli inseriti dal richiedente nel modulo iniziale.

Il brevetto, dalla data di deposizione, ha una validità di 20 anni.

Esempio di brevetto europeo

Fonti:
[1] https://www.ufficiobrevetti.it/brevetti/brevetto-europeo/
[2] https://www.studioferrario.it/brevetto/come-depositare-un-brevetto/
[3] http://www.uibm.gov.it/index.php/brevetti/brevettare-all-estero/il-brevetto-europeo
[4] https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/brevetti
[5] https://uibm.mise.gov.it/attachments/category/222/Istruzioni%20per%20la%20richiesta%20di%20concessione%20di%20un%20brevetto%20europeo.pdf
[6] http://documents.epo.org/projects/babylon/eponet.nsf/0/8266ED0366190630C12575E10051F40E/$File/how_to_get_a_european_patent_2019_en.pdf
[7] https://www.epo.org/applying/basics.html

STEP#20: UN MATERIALE DISTINTIVO

In questo post tratteremo di un materiale che, per secoli, ha caratterizzato e accompagnato l'azione del "brevettare" un'invenzione.

Stiamo parlando proprio della carta: dall'erogazione delle Litterae Patentes fino ad arrivare al XX secolo, tutti i documenti redatti erano ufficializzati tramite la trascrizione su carta.

Diamo un'occhiata a un breve riassunto della storia di questo materiale che ha permesso l'evoluzione dell'uomo durante i secoli, sia da un punto di vista culturale, informativo e concernente il progresso scientifico e artistico.

Dove nasce la carta?

Studiosi sostengono che la carta sia stata inventata nel 105 d.C dall'eununco Ts'ai Lun, frequentatore della corte dell'imperatore cinese, che utilizzava brandelli di stoffa usata, reti da pesca e corteccia di albero (con alta probabilità quella del gelso da carta).
I cinesi decisero di tenersi stretti il metodo di lavorazione della carta ma, nonostante i loro sforzi, la tecnica di produzione si estese in Giappone nel 610 d.C e in Medio Oriente nel 750 d.C; gli Arabi, in seguito alla conquista di Samarcanda, presero in ostaggio dei cartai cinesi, che furono obbligati a svelare tutti i segreti dell'arte della carta.

Più antico pezzo di carta, rinvenuto a Fàngmǎtān, nel nord-est della Cina

La carta in Europa

In seguito all'invasone araba della Sicilia e della Spagna, la produzione della carta prende piedi anche nell'area del Mediterraneo; la prima fabbrica di carta venne costruita nel 1150 a Xativa, nell'odierna provincia di Valencia.
Purtroppo la qualità della carta prodotta in Europa era scadente e, tramite un editto datato 1221, Federico II ne vietò l'uso nei documenti ufficiali in quanto questa carta non era durevole e veniva aggredita dagli insetti molto facilmente. Nonostante ciò, essa si diffuse comunque velocemente in quanto comoda ed economica.

La carta di Fabriano

Nel 1264 venne fondata una carteria a Fabriano, Marche, che fu la prima ad utilizzare l'energia idraulica, rendendo così il processo di produzione più efficiente e rapido. Inoltre alcune fasi della preparazione (come quella della macinatura degli stracci) venne totalmente meccanizzata, venne introdotto l'uso di una colla di carniccio animale, sgradita agli insetti, e venne introdotta la tecnica della filigranatura dei fogli.

Cartiera di Fabriano

La diffusione

La produzione della carta si diffuse in tutta Europa (il monopolio rimase in mano alle carterie italiane fino alla metà del XIV secolo) e, in seguito all'invenzione della stampa a caratteri mobili, ebbe un boom. Migliorarono varie fasi della produzione e, durante la Rivoluzione Industriale, vennere inventate varie macchina per la fabbricazione, in quantità industriale, di carta, fino a meccanizzare l'intero processo di produzione. Nacquero inoltre nuovi tipi di carta, destinati ai più svariati utilizzi; parliamo infatti della carta igienica, per imballaggi, ecc...

Diffusione delle carterie in Europa


Fonti:
[1] https://www.pixartprinting.it/blog/storia-della-carta/
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Carta#Storia_della_carta
[3] https://blog.doctaprint.it/idee/storia-della-carta/
[4] http://www.fabrianostorica.it/storiacarta/fabriano.htm

LE BARE DI SICUREZZA VITTORIANE

L'Ottocento non fu solo un'epoca di grande progresso, ma anche di grandi stranezze: il popolo, sia delle classi sociali più povere che di quelle nobili, era facilmente impressionabile, spesso esposto a  superstizioni e credenze legate al mondo dell'aldilà.
Si credeva infatti che molte delle persone che venivano credute decedute, lo fossero solamente in apparenza e momentaneamente: per questo era nato il terrore di essere sepolti vivi (tafofobia).
Lo stesso Edgar Allan Poel nel 1844, scrive una storia breve dell'orrore, The Premature Burial, in cui riporta dei fatti attestati e confessa la sua paura di essere sepolto vivo.

Per questo motivo ai giorni nostri sono arrivati centinaia di brevetti di diverse bare di sicurezza, di cui il primo modello risale al 1792, voluto dal duca Ferdinando di Brunswick: la bara in questione aveva una finestra per poter far entrare la luce, un tubo per poter far passare aria fresca e, inoltre, il "morto" veniva munito di due chiavi che gli avrebbero permesso di aprire la bara e quindi uscire.

E questo fu solamente l'inizio; gli inventori si sbizzarrirono per praticamente tutto il diciannovesimo (ed anche ventesimo) secolo, soprattutto in Germania, inventando le soluzioni più disparate e, puntualmente, brevettandole.
Vediamo alcuni esempi.

Il più classico è quello citato anche nella leggenda metropolitana "Bloody Mary" e prevede l'utilizzo di un campanello al di fuori della tomba, direttamente attaccato alle mani, alla testa e ai piedi del "morto". Era un metodo che, però, poteva portare a dei falsi risultati, in quanto il corpo, quando comincia a decomporsi, a volte può eseguire dei bruschi movimenti, causati dallo spostamento dei gas corporei. Se la campanella fosse stata azionata, il guardiano del cimitero avrebbe dovuto far calare un altro tubo, attraverso cui pompare dell'aria con un soffietto, fino a quando non sarebbero arrivati i soccorsi.
Questo sistema venne progettato nel 1829 dal Dr. Johann Gottfried Taberger.

Campanella attaccata al cadavere

Per evitare i "falsi positivi" sovra citati, Frank Vester, nel 1868, aggiunse un tube tramite il quale era possibile vedere la faccia del "morto"; se la campanella avesse suonato, sarebbe bastato dare un'occhiata attraverso il tubo per controllare che la persona fosse effettivamente viva o meno.
Se fosse risultato un falso allarme, il tubo si sarebbe tranquillamente rimuovere, per poterlo poi utilizzare nuovamente.

Brevetto di Vester

Facendo un salto in avanti di più di un secolo, ci troviamo nel 1995, anno in cui l'italiano Fabrizio Caselli brevetta la sua bara di sicurezza high-tech, dal nome di morte serena, provvisto di allarme, interfono, una luce interna, un respiratore per l'ossigeno, uno stimolatore cardiaco e uno strumento che ne possa prendere i battiti: tutto ciò che sarebbe servito per mantenere in vita una persona fino all'arrivo del soccorsi.

Fabrizio Caselli e la sua bara



Fonti:
[1] https://www.missdarcy.it/safety-coffin-bare-vittoriane/
[2] https://darkgothiclolita.forumcommunity.net/?t=60665233
[3] https://www.izzyweb.it/aziende/morti-apparenti-e-bare-tecnologiche/
[4] http://esotericmania-merlin.blogspot.com/2009/08/morte-apparente-bare-di-sicurezza.html

STEP#19: NELLE SCIENZA APPLICATA

"La scienza applicata indica tutte le discipline scientifiche che rendono impiegabili i risultati della ricerca pura nello sviluppo di prodotti e servizi."(fonte)
È evidente la stretta connessione tra questa branca della scienza e l'esistenza dei brevetti: questi ultimi, come requisito fondamentale, hanno per l'appunto l'applicazione pratica. Un'invenzione non può essere brevettata se non risulta possibile renderla fabbricabile nelle industrie ed impiegabile in una disciplina, per l'appunto, applicata.
Citiamo alcuni esempi di scienze applicate il cui sviluppo è stato agevolato dalla presenza di brevetti.

Scienza dei materiali

Legati a questa scienza, la maggior parte dei brevetti riguardano un processo chimico con il quale estrarre un materiale in maniera più efficiente oppure crearne uno completamente nuovo; in questo caso si sta parlando di processi chimici inediti.
Ecco alcuni esempi di brevetti che hanno radicalmente segnato la storia della chimica e non solo:
  • Alluminio: metallo che si rivelò fondamentale nel campo aeronautico verso l'inizio del secolo scorso. Esso esiste in natura solo sotto forma di composto; venne scoperto nel 1807 da Sir Humphrey Davy e successivamente si scoprirono dei processi per estrarlo che risultavano però troppo dispendiosi.
    Solo nel 1886, i due scienziati Paul Louis-Toussaint Héroult e Charles Martin Hall brevettarono, in manieria del tutto indipendente, un processo che "consiste nella dissoluzione di allumina in un bagno di criolite fusa, con la formazione di un sale fuso che viene sottoposto a elettrolisi per ottenere alluminio": questo processo consentì all'alluminio di essere prodotto in grandissime quantità.
Processo di Hall-Heroult
  • Nylon: o poliesametilenadipamide, appartiene alla famiglia di poliammidi alifatiche o semiaromatiche sintetiche. Venne brevettata il 16 febbraio 1937 da Wallace Hume Carothers, chimico di punta dell'azienda Du Pont De Nemours; questo materiale si ricava in seguito alla fusione del polimero, che poi viene spinto attraverso le filiere, così da ricavarne dei fili sottilissimi. In base al diametro scelto per questi fili, essi possono andare a svolgere delle funzioni differenti: dall'essere il tessuto per abiti sintentici (collant, ecc...), ad essere spesso abbastanza per utilizzarlo in cordami resistenti.
Nylon 6,6 al microscopio

 

Aeronautica

Branca che si concentra nello studiare ed applicare le leggi fisiche che governano i corpi in volo nell'atmosfera terrestre, è ancora in piena evoluzione. Sin dall'antichità l'uomo cercò di trovare un modo per raggiungere il cielo, ma solo a partire dagli ultimi due secoli a questa parte ci sono stati dei passi importanti.
Ecco un paio di brevetti che diedero una spinta enorme a questa scienza applicata.
  • Motore a getto: consiste in un"un sistema propulsivo basato sull'impiego di un compressore centrifugo con susseguente turbina a gas"(fonte), che venne brevettato il 16 gennaio 1930, dall'inglese Frank Whittle. Il suo Whittle W.1 fu il primo modello del suo genere a trovare un'applicazione pratica e, inoltre, fu anche il primo modello britannico di turboreattore a ciclo di Brayton-Joule. Questo motore a turbina, dunque, riusciva a muovere un aeromobile utilizzando i propri gas di scarico.
Il Whittle W.1




Fonti:
[1] http://www.acegasapsamga.it/binary/hera_acegas/offerta_didattica/Storia_dell_Alluminio.1415788663.pdf
[2] http://www.sib.it/brevetti/chimica/
[3] https://www.sviluppoeinnovazione.it/i-brevetti-nel-campo-chimico-e-farmaceutico/
[4] http://www.girofil.it/nylon-lavorazione-caratteristiche/
[5] http://www.meteoweb.eu/2016/02/accadde-oggi-nel-1937-viene-brevettato-il-nylon/636315/
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Nylon
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Whittle
[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Esoreattore#Storia

STEP#18: NELLA CRONACA

In questo post ci immergeremo nel mondo del giornalismo alla ricerca di fatti di cronaca che hanno a che fare con brevetti e simili.

Ci sono innumerevoli articoli sull'argomento (se volete aggiornarvi quotidianamente questo sito fa per voi), perciò ne sceglierò un paio che, anche se non troppo recenti, possono risultare interessanti.

Il braccialetto-sorvegliante di Amazon

Questa notizia risale al febbraio del 2018 e fece salire dei grandi dubbi concernenti il rispetto della privacy dei propri lavoratori da parte del gigante Amazon
Amazon depositò il brevetto di questo braccialetto nel 2016, ma venne approvato solamente il 30 gennaio del 2018; indossato da un dipendente, esso sarebbe stato in grado di guidarlo nei giusti scaffali e rendendo così più rapide l'evasione dei vari ordini.
Le intenzioni di questa invenzione sembrano concernere solamente l'efficienza dell'azienda ma nasce spontanea questa domanda: la privacy dei lavoratori può considerarsi violata?
Apparentemente questo braccialetto non sembra essere entrato nella quotidianità dei dipendendi Amazon, ma è ancora tutto da vedere.

Per leggere l'articolo completo clicca qui (Wired).
Per un'analisi del funzionamento clicca qui. Inoltre è presente uno statement di Amazon stesso in risposta alle varie speculazioni sorte in tutto il globo (inizio articolo).


Funzionamento del braccialetto in relazione all'ambiente

STEP#25: POST FINALE

Ed eccoci giunti al post finale di questo blog; dopo quasi tre mesi di ricerche e pubblicazioni, penso che sia il caso di fare un riassunto ...